Le nostre foreste in Italia sono un tesoro ancora troppo sottovalutato.
Dagli anni 50 la superficie boschiva nel nostro paese è raddoppiata e sempre più gestita ad impatto sostenibile. Ma nonostante questo l’80% del legname viene ancora imporato e la gestione del patrimonio forestale fa fatica ad affermarsi.
Dalle foreste passa la tutela della biodiversità, quella degli ecosisitemi e la nostra.
Il patrimonio forestale globale vive una condizione quantomeno ambivalente. Discosbamento selvaggio, agricoltura intensiva e incendi hanno reso gli ultimi anni un periodo nero per le foreste mondiali: ne sono state distrutte 26 milioni di ettari. Un territorio grande come l’intero Regno Unito.
A livello italiano, la situazione è opposta. Dal secondo dopoguerra ad oggi la superficie forestale è quasi raddoppiata: oggi conta più di 11 milioni di ettari (erano 5,6 milioni negli Anni ’50). E negli ultimi 30 anni, l’incremento è del 28%. Il nostro territorio nazionale coperto da boschi ha raggiunto il 38%. Un tesoro da tutelare e continuare a far crescere.
Urgente ed importante è l’obiettivo di costruire una solida filiera bosco-legno, a basso impatto ambientale. Solo, infatti una gestione sostenibile e responsabile garantisce la conservazione della biodiversità e l’erogazione di servizi eco-sistemici.
Per raggiungere i livelli di mitigazione necessari entro un decennio è essenziale ripristinare le foreste, i suoli e le zone umide e creare spazi verdi nelle città. Concetti questi che sono alla base della Strategia europea per la biodiversità al 2030.